Finalmente a casa. Entro metà aprile 7 milioni d’italiani riceveranno per posta un documento inviato dall’Inps: si tratta della BUSTA ARANCIONE, un prospetto che consente ai lavoratori di calcolare in anticipo le pensioni che percepiranno a fine carriera.
Chi la riceverà
La Busta Arancione verrà inviata a tutti i lavoratori ancora in attività, purché si tratti di dipendenti del settore privato, oppure di autonomi come gli artigiani, i commercianti e le partite iva iscritte alla Gestione Separata. Dal 2016, il prospetto sarà disponibile anche per i dipendenti statali.
Che cos’è
“La mia pensione” è il nuovo servizio di Inps che permette di simulare quella che sarà presumibilmente la pensione che riceverai al termine della tua attività lavorativa. Il calcolo della pensione tiene conto della normativa attualmente in vigore e si basa su tre fondamentali elementi: l’età, la storia lavorativa e la retribuzione/reddito.
Chi può usufruire del servizio
I lavoratori con contribuzione versata al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, alle Gestioni Speciali dei Lavoratori Autonomi (Artigiani e Commercianti, Coltivatori diretti, coloni e mezzadri), e alla Gestione separata e gli iscritti alla Gestione Dirigenti di aziende industriali (exINPDAI).
Nel corso del 2016, il servizio sarà disponibile anche per i dipendenti pubblici e per i lavoratori con contribuzione versata agli altri Fondi e Gestioni amministrate dall’Inps.
Come si utilizza La Mia Pensione
Per accedere alla “busta arancione” online bisogna avere il PIN ordinario, il codice personale di 16 caratteri necessario per accedere ai servizi telematizzati dell’Inps (chi ancora non lo ha, può richiederlo utilizzando l’apposita sezione nel sito dell’istituto).
Il software, inoltre, consente di effettuare differenti simulazioni: ad esempio, si può verificare come retribuzioni diverse possano incidere sull’importo, modificando la retribuzione dell’anno in corso e l’andamento percentuale annuo, o provare a calcolare l’effetto di un posticipo, cambiando la data di pensionamento, o combinare entrambe le modifiche.
Il simulatore si basa sulla normativa attualmente in vigore e su altri tre elementi: l’età del lavoratore, la sua storia lavorativa e il suo reddito.
Cosa conterrà?
Semplice e immediata, indicherà la data di accesso alla pensione, l’importo della pensione che riceverà il lavoratore il famoso tasso di sostituzione, vale a dire quanto ci mancherà, in percentuale, nella pensione, rispetto all’ultimo stipendio.
Quale sarà il tasso di sostituzione?
Per alcuni il livello potrebbe risultare anche al di sotto del 50%. E’ il caso per esempio di chi ha stipendi bassi e ha versato contributi a singhiozzo. In realtà i calcoli contenuti nella busta arancione sono legati anche ad alcune variabili come la crescita dell’economia italiana e l’inflazione: insomma non possono essere precisi al centesimo.
Chi rischia brutte sorprese?
E’ chiaro che a rischiare di più saranno i più giovani che potrebbero trovarsi un giorno con pensioni da fame perché iniziano a lavorare molto più tardi rispetto ai loro genitori e perché, tante volte, si devono adattare a lavori saltuari. Vale lo stesso per le donne che molte volte interrompono il lavoro (e quindi i versamenti) per lunghe pause dovute alla maternità.
Perché l’Inps ha adottato questo strumento?
La busta arancione avrà l’effetto di renderci tutti più consapevoli sul futuro pensionistico che ci aspetta: l’obiettivo dell’Inps è mettere a disposisione uno strumento per programmare – almeno per quanto è possibile – il loro futuro. Nel caso di un tasso di sostituzione molto basso rispetto alle nostre aspettative occorrerà correre ai ripari, per esempio e potendo, con il versamento regolare di quote anche in un fondo pensione integrativo oppure con la costruzione di un piano di risparmio personalizzato, magari fai-da-te.